
Memento Mori Depeche Mode - Il nuovo album - Fonte DepositPhoto
I Depeche Mode tornano alla ribalta con un nuovo album. Memento Mori, disponibile a partire da oggi, 24 marzo, è un disco complesso, composto di sonorità che ballano tra l’elettronico e il lirico.
I dodici brani che compongono la tracklist, prima grande novità, non sono firmate esclusivamente da Martin Gore, il storico songwriter del gruppo. Per la prima volta in quarant’anni di carriera, vengono segnalati dei co-autori. Richard Butler, storico amico e frontman degli Psychedelic Furs, ha coadiuvato la stesura di ben quattro testi di Memento Mori.
Storico, invece, è il primo testo steso dal duo Gahan-Gore. Entrambi i reduci dei Depeche Mode hanno voluto omaggiare, con Wagging Tongue, la scomparsa di Mark Lanegan, il terzo membro della band morto lo scorso anno.
Memento Mori: le origini, il ricordo, l’evocazione
Il titolo dell’album non è da ricollegare alla scomparsa di Mark Lanegan. Come riportato dal noto portale Rolling Stones, infatti, Memento Mori è un riferimento che Martin Gore aveva già in mente prima della tragedia.
Il riferimento è al Trionfo, nel senso latino del termine. Una pratica in cui i grandi generali venivano acclamati con caroselli per tutta la capitale, al fine di celebrare una grande vittoria militare. Nel corso delle celebrazioni, però, il festeggiato veniva accompagnato da uno schiavo, il cui compito era recitare come un mantra “Memento Mori”. “Ricordati che devi morire”, avrebbe detto Troisi.
La morte di Mark Lanegan, dunque, non è collegata al titolo dell’album. Anzi. Memento Mori pare una sorta di testamento musicale dei Depeche Mode, un ultimo trionfo prima di quietarsi nel silenzio della gloria. La band, in fondo, è già stata consacrata alla storia della musica, sarebbe stato tremendamente semplice chiudere dopo la tragedia. Il paradosso, invece, è che Memento Mori è il miglior album dei Depeche Mode, tra quelli pubblicati nel nuovo millennio.
“Ricordati che devi morire”, ma fallo nel miglior modo possibile. Questo potrebbe essere un ottimo riassunto.
Le 12 tracce di Memento Mori
I Depeche Mode non hanno lesinato anteprime nel corso degli ultimi mesi. Il primo debutto lo abbiamo vissuto a Sanremo 2023, l’11 febbraio: Ghosts Again è risuonata dal palco dell’Ariston alle case di milioni di italiani. Pochi giorni dopo, il 14, è toccato a Wagging Tongue, eseguita live in un concerto in Francia. Altri cinque giorni e poi è toccato ai fan bavaresi assaporare in anteprima una delle tracce inedite di Memento Mori: My Favourite Stranger.
Il 23 marzo, inoltre, uno speciale di Virgin Radio ha permesso ai fans italiani di accedere in anteprima assoluta a tutte e dodici le tracce di Memento Mori, a pochissime ore dall’uscita dell’album completo, già disponibile sulle varie piattaforme di streaming.
Memento Mori è un album estremamente complesso, che danza tra le sonorità. Si è persa completamente la connotazione politica che ha caratterizzato alcuni brani di Spirt (2017). Il senso della vita e la contemplazione prendono il sopravvento e l’intero album si sviluppa in un concept che danza tra lo spettro della morte e la vita che non aspetta nessuno.
L’esistenzialismo di Gore è il cuore pulsante e il filo rosso che unisce i dodici testi e secondo “The Guardian”, cito letteralmente, “Ghost Again è il miglior singolo della coppia da eoni”. Un certificato di garanzia, che ha convinto la critica nostrana ed estera.
L’estrema cupezza di alcuni testi viene controbilanciata dall’innata allegria di alcune melodie, in un gioco dolce amaro che richiama molto determinate sonorità che si sono sviluppate a cavallo tra gli anni 90 e i primi di 2000. I Depeche Mode hanno dovuto fare parzialmente ricorso, dunque, alla loro confort zone. Il risultato è un album coraggioso, moderno, che strizza l’occhio a sonorità elettroniche e frizzati e mette in soffitta la chitarra elettrica. Memento Mori è da ascoltare oggi e da godere nei prossimi anni come uno dei migliori prodotti musicali di questa decade.